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dai GIORNALI di OGGIIl rapporto del centro studi Prevo.lab di Milano Cocaina e pasticche: le prenderanno almeno un milione di italiani Previsioni per il 2012. Torna l’eroina MILANO - La crisi rallenta il mercato della droga. Ma i consumatori continuano a crescere. E se la cocaina si conferma "una piaga sociale", il futuro sarà in realtà un ritorno: quello dell’eroina, il cui mercato è previsto in aumento del 40 per cento nei prossimi tre anni. Nel 2012 i consumatori delle droghe "da discoteca" arriveranno a circa un milione (700 mila snifferanno cocaina e 270 mila cercheranno lo sballo con l’ecstasy e gli anfetaminici). Il dato corrisponderà al 3% degli italiani tra i 15 e i 54 anni. Ma a preoccupare è l’abbassamento dei prezzi delle droghe, già ai minimi storici: per una dose di polvere bianca nel 2012 si spenderanno 13 euro. Solo 7 per una di eroina brown . Meno, molto meno, di una serata in pizzeria. 2009-07-24 |
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Il mio commento:
Ormai non è più tempo di indugiare, la lotta alla droga ed all'alcolismo è da combattere a tutto campo, con l'ausilio massiccio delle forze dell'ordine, l'informazione continua costante, della prevenzione a cominciare da tutte le scuole, della TV.
Non si può più tergivessare se si vogliono salvare i giovani, vanno puniti assolutamente spacciatori e consumatori.
Poi vanno realizzate da subito tutte le strutture territoriali per curare e recuperare i drogati e gli alcolizzati.
Deve essere sospeso a drogati ed alcolizzati l'accesso a pubblico impiego, a pubblico servizio, a gare ed appalti, alla patente, che deve essere sospesa nel caso di verifiche di uso di droghe o alcol alla guida.
Quando si dimostra di esserne usciti e si risulta riabilitati allora devono essere ripristinate le garanzie costituzionali sopradette sospese.
Chi guida sotto l'effetto di droga od alcol e come se commettesse un omicidio con un cannone per non sbagliare, invece che con la pistola, con la quale bisogna avere una mira precisa.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-07-24 Il rapporto del centro studi Prevo.lab di Milano Cocaina e pasticche: le prenderanno almeno un milione di italiani Previsioni per il 2012. Torna l’eroina MILANO - La crisi rallenta il mercato della droga. Ma i consumatori continuano a crescere. E se la cocaina si conferma "una piaga sociale", il futuro sarà in realtà un ritorno: quello dell’eroina, il cui mercato è previsto in aumento del 40 per cento nei prossimi tre anni. Nel 2012 i consumatori delle droghe "da discoteca" arriveranno a circa un milione (700 mila snifferanno cocaina e 270 mila cercheranno lo sballo con l’ecstasy e gli anfetaminici). Il dato corrisponderà al 3% degli italiani tra i 15 e i 54 anni. Ma a preoccupare è l’abbassamento dei prezzi delle droghe, già ai minimi storici: per una dose di polvere bianca nel 2012 si spenderanno 13 euro. Solo 7 per una di eroinabrown . Meno, molto meno, di una serata in pizzeria. La cocaina "Una strategia", dicono gli analisti, "per abbassare l’età dei consumatori e garantire così una "base allargata" di tossicodipendenti. Il mercato sta cambiando: dai narcos colombiani ai coltivatori di oppio afghani fino agli spacciatori di strada o a quelli dellamovida e del porta a porta. Le previsioni del rapporto Prevo.lab (il laboratorio previsionale sulle dipendenze della Lombardia) lo scorso anno avevano messo in conto un aumento dei consumatori di cocaina in Italia del 20% entro il 2011. Una stima che oggi viene rivista al ribasso: cresceranno, sì, ma soltanto del 5 per cento. Secondo Riccardo Gatti, direttore di Prevo.lab, il rallentamento è dovuto perlopiù alla crisi e alla flessione dei consumi in generale. L’eroina Come le multinazionali anche i trafficanti hanno risentito della congiuntura economica, così i canali di distribuzione sono stati costretti a differenziarsi. Secondo le stime per il triennio 2009-2012 gli eroinomani saranno 160 mila (40% in più rispetto ad ora). A partire dalle metropoli: Milano, Roma, Torino, Napoli. Un "boom pilotato ", secondo le forze dell’ordine: l’obiettivo è quello di garantire uno "zoccolo duro" con elevata dipendenza, superiore a quella della cocaina. Aumentare la diffusione dell’eroina nei giovani tra i 14 e i 16 anni, per gli spacciatori significa investire sul mercato dei prossimi 10 anni. "Oggi le organizzazioni, dalla ’ndrangheta ai narcos, agiscono con mentalità imprenditoriale. Non c’è una borsa internazionale della droga, ma trafficanti tendono ad autoregolamentare il mercato. Ed è facile con i ragazzini che si fumano l’eroina". Le cyber drugs Cosa voglia dire applicare i dettami della macroeconomia al mercato degli stupefacenti è presto chiarito: i prezzi "al consumo " di coca ed eroina sono in costante discesa. Secondo i dati della Direzione centrale servizi antidroga, per un grammo di polvere bianca oggi si pagano 74 euro, che nel 2012 scenderanno a 67. Una dose di coca (0,20 grammi) costerà 13 euro, mentre per l’eroina si scenderà a 7 euro. Costeranno di più solo gli spinelli: nel 2002 ci volevano 6 euro, nel 2012 saranno 11. La diffusione di hashish e marijuana si confermerà altissima: tra i 5 e i 6 milioni di italiani. E da qui al 2012 sulla piazza si affacceranno anche le "cyber drugs": i file Mp3 da sballo che conquisteranno la loro piccola fetta di mercato. 24 luglio 2009
I bambini e il gioco dello spacciatore L’illusione della droga "buona" che inquina i sogni dei figli Si dirà: ma anche noi un tempo, quando eravamo bambini, giocavamo a guardie e ladri o indiani e cowboys, con finte sparatorie e finte uccisioni. Anche noi mettevamo in scena confronti tra buoni e cattivi, situazioni emotivamente coinvolgenti, forse per esorcizzare le nostre paure, forse per allenarci giocando alla vita, forse perché non c’è gioco senza un minimo di incertezza e di brivido. Ancora oggi questi giochi con i dovuti aggiornamenti fanno parte del repertorio standard dei più piccoli. Non necessariamente però chi gioca a guardie e ladri è figlio, fratello o nipote di malviventi o di poliziotti e carabinieri. Tantomeno ci si aspetta che i bambini impegnati in accanite battaglie spaziali o tra indiani e cowboys rappresentino esempi casalinghi. In un meraviglioso film di René Clément del 1952, Giochi proibiti, Paulette, la piccola protagonista, in piena seconda guerra mondiale sfugge ai colpi della mitragliatrice per inseguire il suo cagnolino. Al contrario dei suoi genitori, che restano uccisi, lei si salva ma anche il cagnolino muore. La bimba vaga da sola finché non incontra un altro bambino, Michel, figlio di contadini, che la porta a casa sua. Michel che al contrario di Paulette ha nei confronti degli animali un comportamento sadico aiuta Paulette a dare sepoltura alla bestiola e tra i due si instaura una profonda amicizia cementata da un gioco proibito: costruire un cimitero per gli animali rubando le croci alle tombe del camposanto locale. Il gioco è il modo di rispondere alla brutalità della guerra e, nel caso di Michel, anche all’insensibilità della vita famigliare. Il gioco ci aiuta a crescere, a mettere in scena le nostre insicurezze, a esprimere le nostre fantasie, a gioire, a rischiare entro limiti accettabili, a stare con i coetanei, a muoversi fisicamente e mentalmente, ad arricchire e meglio tollerare una realtà quotidiana non sempre piacevole. Ma il gioco infantile non è più tale quando diventa piatta imitazione, riproduzione accurata nei dettagli di ciò che si vede, anzi si subisce, nella realtà quotidiana in casa o nel proprio quartiere. Bambini che interpretano papà e mamma che litigano, si insultano, si picchiano non stanno giocando. Bambini che confezionano finte dosi di cocaina non stanno giocando. Piccoli avviati al peggiore degli apprendistati che prevede una precoce uscita dall’infanzia e un altrettanto prematuro ingresso in una infinita adolescenza. Il tutto, a proposito di cocaina, in un periodo in cui è ancora diffusa la ingiustificata illusione che questa droga sia, per così dire, diversa dalle altre. Da droga dei ricchi, come la si riteneva un tempo, è diventata sostanza sempre più facilmente disponibile per quasi tutte le borse. I numeri sono allarmanti ma ancora più allarmante è la percezione di minore pericolosità di questa droga, quasi una supina accettazione della sua normalità. Se la usano in tanti, qualcuno può pensare, vuol dire che non è altro che un efficace "aiutino" a superare le difficoltà della vita. Non ci si può meravigliare se, in questa diffusa ignoranza sui gravissimi danni dell’uso di cocaina, prosperino Paesi produttori, intermediari e spacciatori, per non parlare di quei poveri bambini che confezionano finte dosi imitando ciò che vedono in casa o nel quartiere e ai quali non si può chiedere che si rendano conto di cosa stanno imparando da chi, per denaro, è pronto a togliere loro anche l’infanzia. Fulvio Scaparro 24 luglio 2009
A scuola i bambini giocano allo spaccio In una elementare bustine "originali", accendini portati da casa e gomme sbriciolate per fare la polvere MILANO - Lo facevano perfino meglio degli adulti, che senza saperlo, o non volendo vedere, glielo avevano insegnato. Quarta classe di una scuola elementare: tiri tu o tiro io che giochiamo alla droga? Simulazione di spaccio di cocaina, confezionata con i reali arnesi del mestiere e una certa maestria. Una pellicola di cellophane, di quelle per contenere gli alimenti da frigo, e un accendino per sigillare, dosando il giusto la fiamma. Falsa era solo la polvere bianca, una gomma per cancellare sbriciolata e infilata nel cellophane. All’intervallo, i bimbi si riunivano: chi vendeva, chi comprava, chi offriva sconti. Le indagini sono state completate, la scuola ha preso provvedimenti. "Darete la colpa a noi, direte che non abbiamo visto, non ci siamo accorti", si piange addosso una maestra. L’allarme l’ha dato una mamma. Un giorno che preparava una torta, in cucina s’è visto il figlioletto inventarsi chimico. Lì, sul tavolo. Le bustine, l’accendino, la gomma... Allora ha domandato, lui ha raccontato che è iniziato per quel compagno, che ha portato la novità, tutti l’hanno prima invidiato, quindi ammirato, infine gli sono andati dietro, cercando di superarlo. Dice un poliziotto, uno che arrestandoli anche quattro volte nell’arco di trent’anni, ha visto ragazzini diventare adolescenti, padri e nonni — tutto subito, in fretta, intervallato dalla galera —, dicevamo, racconta il poliziotto che ha avvicinato un bambino, e ha domandato: "Mi spieghi cosa fai?". "L’ho imparato da papà. Lo fa ogni sera". È una Milano che si bagna la bocca con l’Expo e si sporca sempre più il naso con la cocaina. La coca si abbassa di prezzo, si svende, esonda, ma "tanto non importa, è accettata, tollerata ", è il ritornello di certi investigatori, che, dicono, rimangono "inascoltati". Cosa volete, replica qualcheduno: sarà che i fari sono puntati altrove, di questi tempi fanno cassa altre battaglie, del resto "pippano tutti", e i vicini di casa e i colleghi e l’amico. E poi, in fondo, se è vero che ogni emergenza ha il suo tempo per il clamore, magari la cocaina ha già perso il treno e buonanotte: viene da sintetizzare così, con un certo freddo, rassegnato (metropolitano?) realismo, il colloquio con due genitori, con i quali siamo stati fuori dalla scuola, "e per fortuna è chiusa, a me a pensare a settembre mi viene la nausea" dice la mamma. La donna indica una finestra, "la classe è quella". Il marito la cinge con un abbraccio, lei non lo rifiuta, anzi; sembra di star davanti a una perdita, che si piange e rimpiange. "Lo sa che in casa alle otto di sera già tiro giù le tapparelle? Quante brutte cose ci sono in strada che mio figlio può vedere? La sa la storia delle sentinelle?". C’è un palazzo, nei dintorni, con begli alberi nel giardino. All’ingresso di un androne si spaccia. Vicino agli alberi, dodicenni montano la guardia. Se passa qualcuno in odore di portar guai — la polizia o un tossico in astinenza e senza un euro — si fa un fischio, e quelli che spacciano scompaiono. Più si fischia e a fine nottata più si viene premiati. Naturalmente con la coca. Semplice, semplicissimo, insomma un gioco. Andrea Galli 24 luglio 2009 |
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